NOMENCLATURE

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    Nomenclature, il nuovo brand che Karl Bradl e Carlos Quintero presentano in anteprima a Fragranze 13. Il primo è noto agli appassionati della profumeria in quanto fondatore insieme a Robert Gerstner di Aedes de Venustas, il secondo è un art director con trascorsi nel fashion e nel design, diviso tra Milano e New York. Insieme hanno dato vita a Nomenclature, una visione olfattiva contemporanea che sfida i pregiudizi e celebra l’ingegneria della chimica, dove quelli che fino ad oggi erano considerati infiltrati clandestini assurgono a ruolo di protagonisti: le nobili molecole di sintesi. Galaxolide, timbersilk, sandalore, hedione, vetiveryl, jasmonal-H, scentenal, palissandrol, suederal… Le molecole di sintesi hanno nomi affascinanti e misteriosi, qualche volta anche illeggibili come nel caso di Iso E Super, il cui nome per esteso è 7-acetyl, 1,2,3,4,5,6,7,8-octahydro-1,1,6,7- tetramethyl naphthalene. Da anni svolgono magnificamente il loro compito, ossia clonare le materie prime più delicate e rare, garantendo quella continuità di produzione di un profumo, che evita ai consumatori pericolose crisi di astinenza. Nonostante ciò, citarle nelle piramidi olfattive fino a poco tempo fa era ritenuto sconveniente. Questo perché nell’ultimo decennio, con la diffusione della parfumerie naturelle, la chimica era vista come un brutto e scadente tentativo di mistificazione della natura. Per non scontentare un consumatore che alla dicitura 100% naturale associava un alto indice di qualità, nelle presentazioni istituzionali delle fragranze i creatori preferivano nascondere l’ambroxan sotto il nome di ambra grigia, spacciare il santaliff per naturale sandalo del Mysore, scrivere mughetto invece di hydroxycitronellal e far credere che la coda animale di un profumo fosse davvero selvatica quando invece era composta con il Celestolide. Come le molecole di laboratorio che hanno ispirato le fragranze, il packaging di Nomenclature è una perfetta combinazione di design e modernità. Sobrio, funzionale e unico, il flacone si ispira alle linee pure e semplici della classica beuta. Nessuna etichetta distingue le quattro fragranze. Questo compito è riservato a un diagramma molecolare decorativo che non segue alcuna legge chimica per evitare qualsiasi riferimento a specifici ingredienti, che conferisce al packaging quella affascinante e minimalista eleganza propria degli elementi chimici.